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Quando si è in compagnia perdersi fa meno paura.

Quando iniziai la mia formazione come doula rimasi meravigliata di quanto quello che andavo via via apprendendo e sperimentando si sposasse con gli studi fatti in pedagogia in ambito accademico. Questo aspetto è stato per me sorprendente ed illuminante: ritrovavo metodologie e obiettivi che già avevo saputo apprezzare e fare miei e li vedevo declinati in un nuovo ambito di interesse, quello del mondo perinatale, che sempre più mi stava appassionando.

Oggi il mio essere doula e pedagogista o pedagogista e doula (!) mi dà il grande onore e impegno di camminare per un pezzetto di strada con donne, future o neo mamme, supportandole nel riconoscere le proprie abilità e competenze per proseguire con maggior sicurezza e serenità nel proprio cammino.


Uso strumenti appresi da entrambe le mie formazione e dalle altre che si sono susseguite allo scopo di arricchire il mio bagaglio.

Sto con quello che ogni famiglia porta, non porto alla ricerca dei perché qualcosa è successo o succede, ma lavoro con la mamma e la famiglia per accogliere ciò che c'è e danzare al meglio con esso.


Ci sono aree concrete su cui mi piace soffermarmi come fossero campi fertili in cui seminare: quello del chiarimento dei valori, quello dell'identificazione delle opzioni, quello della comunicazione, quello del processo decisionale, quello della riflessione. Si può attraversali usando strumenti diversi come il colloquio ( uno degli strumenti operativi più importanti del pedagogista), il diario di bordo, la mappa del parto e del puerperio, attraverso la birth art o altri tipi di laboratorio più creativi che ti invitano a mettere in luce ciò che più desideri e a scorgere gli strumenti per stare eventualmente nel fuori-programma.





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